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Caro Fournier, non me la conti giusta.

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Caro Fournier,

scusa se non metto nessun titolo prima del nome, come dovrebbe essere d'obbligo. Non me la sento di "onorarti", da sei anni non mi sento di "onorare" nessun rappresentante delle forze di P.S. di questo martoriato paese.

Ho letto il titolo dell’articolo sulle tue dichiarazioni riguardo i fatti della Diaz, a Genova. Al momento mi sono detto "Finalmente! Era ora che qualcuno cominciasse a dire la verità!"

Poi ho letto attentamente e mi sono girate le palle.

Io ho avuto la fortuna di alloggiare a casa di amici, quei tre maledetti giorni di sei anni fa e non alla Diaz.

Io ho avuto la fortuna di ricevere solo una schizzata di liquido irritante al CS da parte di un tuo collega, ogni volta che arriva l'inverno la pelle in quella zona si secca e si arrossa, a perenne memoria dell'inverno dei NOSTRI diritti che scese a Genova, quei giorni. Devo ringraziare gli occhiali da sole se non ho avuto problemi agli occhi.

Io ho avuto la fortuna di essere stato un fedele “Servitore dello Stato” per un paio di anni, questo mi ha aiutato nelle discussioni con i tuoi “colleghi” e, forse, mi ha anche salvato dall’essere prelevato e portato nell’altra macelleria messicana, quella di Bolzaneto.

Capisco anche che quei giorni devono essere stati duri anche per voi, costretti a restare sotto il sole per ore, con caschi e divisa pesante, sfottuti da questi ragazzini che non hanno voglia di lavorare e vengono a rompere i coglioni a Genova, costretti a correre a destra e sinistra, facendo turni lunghissimi, magari anche non pagati e rischiando pure di prendersi un bullone in testa, mentre tutti questi stronzetti se ne stavano là, in maglietta e sandali, fumando canne e pomiciando allegramente. Poi le maschere antigas sono scomode, il CS fa male ai “buoni” e ai “cattivi” indistintamente, c’è tanto lavoro da fare a casa… insomma di motivi per essere incazzati ce gli avevate anche voi.

Capisco anche perché molti miei conoscenti hanno evitato di essere menati andando a rifugiarsi proprio in mezzo ai Black Block, evidentemente non c’era la voglia di rischiare di farsi male andando a cercare e arrestare i veri “duri”. In fondo tutti tengono famiglia.

Io sono fermamente convinto che una forza di Polizia legata al territorio e con buoni rapporti con i cittadini sia più agevolata nel suo lavoro.

Invece qui in Italia vedo Poliziotti menare vecchietti e sparare alle spalle ai ragazzini, vedo Carabinieri spacciare, vedo gente che pago con i soldi delle mie tasse affinché garantiscano la mia incolumità e la mia sicurezza comportarsi da bullotti a cui tutto è permesso.

A me, quei giorni di follia a Genova, è andata bene, a tanti altri no. Come a quella ragazza che giaceva per terra sanguinante, quella che ti ha fatto fermare i tuoi colleghi.

Hai detto “Durante le indagini non ebbi il coraggio di rivelare un comportamento così grave da parte dei poliziotti per spirito di appartenenza”

Hai anche detto "Sicuramente nella scuola c'erano persone che hanno fatto resistenza, issato barricate, per cui non mi sento di dare la patente di santità a tutti gli occupanti dell'istituto".

E qua permettimi di contestarti, civilmente, questi due particolari.

Primo:quando hai deciso di entrare in Polizia hai dovuto fare un giuramento.

Cito dal sito della Polizia di Stato:

2. (Giuramento).

All'atto della nomina in ruolo, il personale della Polizia di Stato deve prestare dinanzi al capo della Polizia o suo delegato o al direttore dell'istituto di istruzione o al capo dell'ufficio o reparto e alla presenza di due testimoni, giuramento secondo la formula prevista dall'art. 11, comma secondo, del testo unico delle disposizioni concernenti lo statuto degli impiegati civili dello Stato, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 10 gennaio 1957, n. 3.
Del giuramento deve redigersi processo verbale individuale.
Nell'ambito degli istituti di istruzione il giuramento può essere prestato in forma collettiva davanti al direttore dell'istituto, il quale pronuncia la formula di cui al primo comma ed il personale risponde all'unisono «LO GIURO».
Il giuramento in forma collettiva deve essere prestato davanti ad una rappresentanza di personale già in servizio e successivamente deve redigersi processo verbale individuale.
Nel caso di passaggio ad altro ruolo il giuramento non deve essere prestato nuovamente.

Il testo del giuramento, se non lo ricordi, dice così:

«Giuro di essere fedele alla Repubblica italiana, di osservare la Costituzione e le leggi e di adempiere con disciplina ed onore tutti i doveri del mio stato per la difesa della Patria e la salvaguardia delle libere istituzioni»

Io ho abitato vicino a una scuola di Polizia per molti anni. Spesso il vento mi portava sul balcone le parole della cerimonia del giuramento. Le parole erano sempre le stesse.

Non mi sembra ci sia scritto, qui sopra, che devi essere fedele al Corpo.

Non mi sembra che le leggi Italiane permettano di usare una forza sproporzionata per arrestare un reo.

Secondo: non daresti la “patente di santità a tutti” perché c’è chi ha fatto resistenza?

Dopo due giornate di pestaggi, sequestri, aggressioni gratuite, inseguimenti, gasamenti, paura, rabbia, dolore, che cazzo ti aspettavi facendo irruzione alla Diaz? Fiori e cioccolatini? Certo è un reato resistere a un Pubblico Ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni, ma non credo che menare in quattro una ragazza sia molto “professionale”. Se fossi stato là e avessi visto quella scena credo che avrei fatto di tutto per difendere la ragazza, e me stesso. Costi quel che costi. Quel giorno non eravate più Poliziotti nell’esercizio delle vostre funzioni, quel giorno eravate diventati “il Nemico”.

Quindi permettimi di farti una richiesta, come Cittadino e come tuo “datore di lavoro”: parla, fa i nomi, contribuisci a pulire il cesto dalle mele marce, aiutaci ad aiutarvi a fare il vostro lavoro. Ho già tanti, troppi amici che non possono più sopportare la vista di una divisa di una qualsiasi forza di Polizia. Mi sono rotto le palle di difendervi, sono stufo di fare il “Pasolini de noarti”.

Infine ti consiglio di guardare, se non l’hai ancora visto, L’odio (La haine), un film di Mathieu Kassowitz. Potrebbe aiutarti a capire il mio discorso.

Cordialmente ti saluto e ti auguro di non essere punito sproporzionatamente alle tue colpe, come invece è capitato a tanti giovani e meno giovani a Genova, quel maledetto fine settimana di sei anni fa.

 


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